Manuela Corredato

Tutto è cominciato quando il mio maestro di musica delle elementari
mi invitò a suonare alla messa di Pasqua.
Avevo otto anni all’epoca, forse fu per gioco o forse per semplice curiosità, ma
quando presi fra le mani il flauto dolce sentii che non sarebbe stata l’ultima
volta.
Dopo questo primo approccio alla musica, mi è stato consigliato di passare allo
studio del flauto traverso e successivamente di iscrivermi al conservatorio di
Castelfranco Veneto.
Da qui ebbe inizio un lungo viaggio a braccetto con la musica.
Durante il mio cammino ho fatto parte della banda di Loreggia, dove ho avuto
modo di incontrare persone meravigliose e di confrontarmi con loro a mia
volta.
Suonare in gruppo è stata un’opportunità costruttiva, arricchisce sia
musicalmente che emotivamente, credo non mi scorderò mai delle piccole cose
che sono riuscita a condividere con i miei amici musicisti.
La musica mi ha aiutata ad affrontare momenti di difficoltà e spero che così
faccia con chiunque le si avvicini.
Dopo tanto impegno da parte mia e da parte dei miei allievi, ciò che mi gratifica
è vederli felici dopo un saggio musicale.

“La musica è quel linguaggio universale che è con noi da sempre, da quando
esiste l’uomo ed è in grado di trasmettere le nostre emozioni e i nostri pensieri.
Fare musica è un’arte che affascina tanto chi la produce quanto chi l’ascolta, ha
il dono di entrare in sintonia con il nostro essere, scavando in profondità e
tirando fuori ogni sfaccettatura della nostra personalità.
La musicalità è un linguaggio e fare musica equivale a produrre i ritmi e le
parole che determinano questo primo e unico linguaggio universale conosciuto
dall’uomo.”
Concludo con una citazione di Victor Hugo: “Ciò che non si può dire e ciò che
non si può tacere, la musica lo esprime.”

Manuela Corredato